Rapporto 2024 dello Sportello Antidiscriminazioni del Comune di Bologna: analisi profonda
Il 21 marzo 2024, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione delle Discriminazioni Razziali, è stato presentato alla Casa di Quartiere Katia Bertasi il Rapporto 2024 dello Sportello Antidiscriminazioni del Comune di Bologna (Spad). Un evento importante che ha visto la collaborazione del Comune di Bologna con Africa e Mediterraneo e le Associazioni della Rete Spad. Durante la presentazione, sono stati condivisi i dati e le riflessioni più significative che emergono dal monitoraggio delle discriminazioni a livello locale, con un focus particolare sulla lotta contro il razzismo, ma anche su tutte le altre forme di discriminazione che ancora affliggono la nostra società.
Il Rapporto offre una visione approfondita del fenomeno discriminatorio, con una serie di analisi sui casi segnalati, i contesti in cui si verificano, e le caratteristiche delle persone coinvolte. I numeri e le statistiche riportate nel documento non solo testimoniano la gravità del problema, ma anche l’impegno dello Sportello nel contrastarlo attraverso un’efficace attività di supporto, consulenza e promozione della cultura dei diritti.
I Dati Chiave del Rapporto 2024
Il Rapporto 2024 evidenzia un preoccupante aumento delle segnalazioni di discriminazione, con un incremento del 22% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, sono state registrate 56 segnalazioni, con una media di 4-5 segnalazioni al mese, di cui 44 sono state ritenute pertinenti e approfondite. Di queste, la maggior parte (59%) è stata effettuata direttamente dalle persone vittime di discriminazione, mentre il 7% delle segnalazioni è stato fatto da testimoni, e il 34% da altre persone a conoscenza dei fatti.
I dati raccolti nello studio mostrano chiaramente quali sono le forme più comuni di discriminazione in ambito sociale e culturale. Le discriminazioni a sfondo razziale, basate principalmente sulla provenienza o nazionalità (44%) e sull’origine etnica (6%), sono le più prevalenti, seguite dalle discriminazioni per disabilità (14%), genere (10%) e status socio-economico (9%). Altre forme di discriminazione riguardano condizioni di salute (5%), età (3%), orientamento sessuale (3%), identità di genere (2%), orientamento politico (2%) e religione (2%).
Un aspetto interessante, e allo stesso tempo preoccupante, riguarda l’intersezione di più fattori discriminatori. Circa il 23% dei casi segnalati riguarda infatti discriminazioni “intersezionali”, che si manifestano quando due o più fattori di discriminazione si combinano, creando forme uniche di esclusione e svantaggio. Le intersezioni più frequenti riguardano la combinazione tra provenienza/nazionalità e status socio-economico (40%), genere (30%) e disabilità (20%).
Modalità e Ambiti di Discriminazione
Il Rapporto evidenzia che le discriminazioni dirette sono le più comuni, rappresentando il 37,5% dei casi. Le discriminazioni dirette si verificano quando una o più persone ricevono un trattamento meno favorevole rispetto ad altre persone in una situazione analoga, basato su uno o più aspetti della propria identità. Altri tipi di discriminazione includono le discriminazioni indirette (19%), le molestie (12,5%) e i discorsi d’odio (9%). Significativa è anche la percentuale di discriminazioni “percepite” (22%), che si riferiscono a atti o comportamenti che, pur non avendo una base giuridica solida, sono avvertiti dalle vittime come discriminatori.
Per quanto riguarda il genere delle persone vittime di discriminazione, il 47% dei casi ha riguardato persone di genere femminile, mentre il 25% ha colpito individui di genere maschile. Il restante 16% dei casi ha coinvolto gruppi di persone, e il 3% ha riguardato nuclei familiari.
Le persone responsabili delle discriminazioni sono per lo più cittadini privati (27%), comprendendo sia singoli individui che gruppi di persone. Tuttavia, un numero significativo di discriminazioni è stato compiuto da servizi o amministrazioni pubbliche (24,5%), seguiti dalle forze dell’ordine (18,5%) e da enti privati (16%). Interessante è anche il dato riguardante le discriminazioni sistemiche (14%), in cui non sono stati individuati singoli responsabili, ma è emerso che il principale agente discriminante è un sistema di consuetudini, norme e prassi che ostacolano l’integrazione e perpetuano disuguaglianze.
Spazi e Contesti di Discriminazione
Le discriminazioni si verificano principalmente in spazi pubblici (72,5%), con gli uffici pubblici che risultano essere il luogo con il numero più alto di segnalazioni (10 casi). Segue un significativo numero di discriminazioni che avvengono online (15%), nelle strade, parchi e piazze pubbliche (9%), e nei mezzi di trasporto pubblico (6%). Al contrario, il 15% delle discriminazioni si verifica in spazi privati, mentre per il restante 12,5% non è stato possibile determinare un luogo preciso dell’evento discriminatorio.
In merito agli ambiti in cui si verificano le discriminazioni, emerge che l’erogazione dei servizi pubblici è l’ambito più frequente (32%), seguito dal settore privato (5%). Un dato significativo riguarda anche il settore abitativo, con il 13,5% delle discriminazioni che riguardano la casa, sia per quanto riguarda le condizioni abitative che l’accesso al mercato immobiliare privato. Altri ambiti significativi sono la vita pubblica (11%), l’istruzione (8%), le forze dell’ordine (8%), i mezzi di comunicazione (5%), la salute (5%) e il trasporto pubblico (5%).
La Gestione dei Casi di Discriminazione
Lo Sportello Antidiscriminazioni ha preso in carico il 73% delle segnalazioni ricevute. La maggior parte dei casi ha richiesto un intervento di secondo livello, che include un supporto approfondito, mentre il 17% è stato risolto con una consulenza di primo livello. Le azioni intraprese sono state varie, includendo la relazione con altri soggetti (42%), consulenze legali (18%), supporto psicologico (5%), mediazione del conflitto (5%) e accompagnamento verso altri servizi (10%). È significativo il dato che mostra che il 98% dei casi è stato chiuso entro l’anno.
Inoltre, il Rapporto presenta una riflessione sul lavoro svolto in collaborazione con i Centri Antidiscriminazione Star e Spazio Cassero, per una mappatura più completa delle discriminazioni sul territorio. Questa operazione ha permesso un confronto sui metodi di raccolta dei dati, fondamentale per far emergere fenomeni che sono spesso sottovalutati o nascosti.
L’Impegno dello Spad: Un Raggio d’Azione in Crescita
Nel 2024, lo Spad ha ampliato la sua attività, consolidando il proprio ruolo attraverso iniziative significative, come l’apertura di un nuovo punto sperimentale nel Quartiere Porto Saragozza, che si aggiunge a quello già attivo al Centro Interculturale Zonarelli. Questi interventi hanno migliorato l’accessibilità del servizio, favorendo una più ampia partecipazione della cittadinanza.
Nato nel 2021, lo Spad si è progressivamente affermato come un punto di riferimento cruciale per chiunque sia vittima o testimone di discriminazione basata sull’origine, la provenienza, la discendenza o la religione. Il servizio offre un ascolto attento, consulenze legali e psicologiche, e supporto concreto per cercare soluzioni pratiche alle difficoltà incontrate dalle persone discriminate.
Il Rapporto 2024 dimostra chiaramente che, nonostante i progressi fatti, il cammino verso una società senza discriminazioni è ancora lungo. Tuttavia, l’impegno continuo dello Spad, insieme alla collaborazione con altre associazioni e istituzioni, offre un segnale di speranza, rafforzando l’importanza di promuovere una cultura di inclusione, pari diritti e rispetto reciproco.
