Bologna, città dotta, grassa e rossa: un motto che racconta la sua anima

“Dotta, grassa e rossa”. Così viene descritta Bologna, un motto che non è solo una formula ripetuta meccanicamente, ma un ritratto sintetico e incisivo della sua essenza. Per chi vive sotto i portici del centro storico o per chi visita la città con occhi curiosi, queste tre parole racchiudono un mondo di storie, cultura e tradizioni.
La Bologna “dotta”: sapere e cultura
L’epiteto “dotta” trova la sua origine nell’Università di Bologna, fondata nel 1088, considerata la più antica del mondo occidentale. Alma Mater Studiorum non è solo un simbolo di eccellenza accademica, ma il cuore pulsante della cultura cittadina. Nei suoi chiostri e nelle sue aule si sono formate figure illustri come Dante Alighieri, Petrarca e Umberto Eco. La presenza universitaria ha contribuito a creare un tessuto urbano vivace e cosmopolita, dove gli studenti rappresentano una parte fondamentale della popolazione.
“A Bulåggna, la sâpa la gira sot i pórtic,” si dice in dialetto. “A Bologna, il sapere cammina sotto i portici.” Questa frase vernacola esprime l’idea che la conoscenza non si limiti alle aule accademiche, ma permei la città intera, diffondendosi tra le strade e le piazze. Il sapere è vissuto, condiviso, fatto di scambi umani oltre che intellettuali.
La Bologna “grassa”: sapori e abbondanza
Se il sapere è il cervello di Bologna, il cibo ne è il cuore. L’aggettivo “grassa” non è un insulto, ma un omaggio alla ricchezza gastronomica della città. Tortellini, lasagne, mortadella, ragù: il solo elenco di queste specialità fa venire l’acquolina in bocca. La cucina bolognese è sinonimo di abbondanza, di convivialità, di sapori genuini e tradizioni radicate.
Un detto locale recita: “La grâsa lâ sâlva” (“Il grasso salva”), a sottolineare come il gusto intenso e corposo sia non solo un piacere, ma una sorta di antidoto ai tempi difficili. Nei mercati cittadini, come il Mercato di Mezzo o la Piazzola, si respira ancora quell’atmosfera di festa e abbondanza che racconta la storia di una città che non ha mai dimenticato il valore del buon cibo.
La Bologna “rossa”: politica e identità
“Rossa”: un colore che parla di politica, ma anche di architettura e identità. Dal punto di vista estetico, Bologna deve il suo soprannome ai mattoni rossi che dominano il centro storico. I tetti delle case, le mura antiche, le torri svettanti: tutto richiama questa tonalità calda e avvolgente, che dona un’unità visiva unica al panorama urbano.
Dal punto di vista politico, “rossa” è il simbolo di una città da sempre in fermento. Bologna è stata un baluardo della sinistra italiana, luogo di battaglie sindacali e dibattiti accesi. Il suo spirito progressista si riflette nell’ospitalità dei suoi abitanti e nella capacità di accogliere e integrare.
Un vecchio proverbio locale dice: “Bulåggna è una mèrda, ma la piâs a tótt” (“Bologna è una schifezza, ma piace a tutti”). Questo contrasto tra autoironia e orgoglio racchiude la capacità dei bolognesi di guardarsi con affetto critico, senza mai perdere l’amore per la propria città.
Un motto che unisce passato e presente
Dotta, grassa e rossa: queste tre parole non sono solo uno specchio del passato, ma anche una chiave per interpretare il presente. Bologna non è solo la città delle torri medievali e dei portici UNESCO; è anche un polo tecnologico e culturale in continua evoluzione. Le startup, gli eventi internazionali e la scena musicale contemporanea convivono con la tradizione, creando un mix unico che la rende affascinante per chiunque la visiti o decida di viverci.
In un mondo sempre più globalizzato, Bologna resta fedele alla sua identità, ma non teme il cambiamento. “A Bulåggna al sâg uét, ma l’an vól bän” (“A Bologna si sa tutto, ma ci si vuole bene”). Questo spirito accogliente e genuino è forse il segreto del suo fascino intramontabile.
Per chi vive a Bologna, il motto “dotta, grassa e rossa” è un motivo di orgoglio e un’eredità da custodire. Per chi la visita, è un invito a scoprirne le molteplici anime, lasciandosi sorprendere da una città che non smette mai di stupire.