Bologna, il Nettuno: storia, antichità e futuro del Gigante di Bronzo
Se c’è un simbolo che incarna l’essenza di Bologna, quello è senz’altro la Fontana del Nettuno. Situata nel cuore pulsante della città, Piazza del Nettuno, questa maestosa scultura rappresenta non solo un capolavoro artistico, ma anche un pezzo di storia che ha attraversato i secoli, regalando ai bolognesi e ai visitatori un’icona senza tempo.
La Storia del Gigante
La Fontana del Nettuno fu commissionata nel 1563 dal Cardinale Legato Carlo Borromeo, desideroso di donare a Bologna un’opera che celebrasse il potere della Chiesa e la grandezza della città. Per realizzarla, venne scelto uno dei più grandi scultori dell’epoca, il fiammingo Jean de Boulogne, noto come Giambologna.
Inaugurata nel 1566, la fontana è un capolavoro del tardo Rinascimento. La statua del dio del mare, alta quasi quattro metri, domina una base adornata da sirene e tritoni che spruzzano acqua in tutte le direzioni. Il Nettuno è raffigurato in una posa solenne, con il braccio destro alzato a simboleggiare il suo controllo sulle acque. Questa immagine non è solo un omaggio al mito, ma anche una metafora del potere politico e spirituale che reggeva Bologna.
Antichità e Simbolismo
Fin dall’antichità, la Fontana del Nettuno ha avuto un ruolo centrale nella vita cittadina. Per i bolognesi, è semplicemente “il Gigante” (“èl Zànt”, come si dice in dialetto), un punto di riferimento non solo geografico, ma anche simbolico. Durante i secoli, la fontana ha visto passare papi, sovrani e rivoluzionari, resistendo ai cambiamenti politici e sociali.
Un aspetto curioso della fontana è la sua sottile allusione all’erotismo. Osservando la statua da un particolare angolo, sembra che il pollice della mano sinistra del Nettuno faccia un gesto ambiguo. Questo dettaglio, frutto della genialità di Giambologna, è ancora oggi oggetto di sorrisi e battute tra i bolognesi.
Aneddoti in Vernacolo
Tra i tanti racconti che ruotano attorno al Nettuno, ce n’è uno che i bolognesi amano ripetere, rigorosamente in dialetto: “Un bulgnais, pasând da dàvnti a èl Zànt, al dèt: ‘Ah, Zànt, t’èt piò alà dal Nostar Signòr, ché là l’è cruvcifià e t’té sèt dtè chénéré!’” Questo gioco di parole tra il Nettuno e Gesù Cristo, sebbene irriverente, riflette l’ironia e il pragmatismo tipico dei bolognesi.
Il Futuro del Nettuno
Nonostante la sua età venerabile, la Fontana del Nettuno continua a essere protagonista della vita cittadina. Nel 2017, un imponente restauro ha restituito all’opera il suo antico splendore, utilizzando tecnologie all’avanguardia per preservarla dai danni del tempo e dell’inquinamento.
Oggi, il Nettuno non è solo un monumento, ma anche un simbolo di identità e resilienza. Bologna, con il suo spirito accogliente e la sua anima cosmopolita, guarda al futuro senza dimenticare il proprio passato. La fontana è al centro di iniziative culturali, eventi e celebrazioni che la rendono viva e attuale, capace di parlare sia ai torinesi curiosi che ai vacanzieri in cerca di emozioni autentiche.
Per chi visita Bologna, il Nettuno è molto più di una semplice scultura. È un punto d’incontro, un luogo di storie e leggende, un simbolo che lega passato e presente. Che siate torinesi in cerca di un weekend di cultura o turisti in vacanza, non potete mancare di fermarvi davanti al Gigante e lasciarvi affascinare dalla sua maestosa bellezza. E chissà, magari vi capiterà di ascoltare qualche aneddoto in vernacolo, scoprendo così l’anima più autentica di Bologna.