Settore Musei Civici Bologna: orari di apertura straordinari e mostre aperte durante le festività natalizie 2024/2025
I Musei Civici di Bologna in festa per le feste. Tra aperture straordinarie, collezioni permanenti, mostre temporanee, visite guidate multilingue, mediazioni culturali e le attività laboratoriali con le giornate d’arte dedicate a bambine e bambini durante le vacanze scolastiche, sarà ricca e variegata l’offerta culturale che il Settore Musei Civici Bologna rivolge al pubblico degli adulti e dei più piccoli per vivere i luoghi dell’arte e della cultura nel periodo delle festività 2024/2025.
A partire dalle feste di quest’anno, c’è un’opportunità in più per visitare i Musei Civici di Bologna grazie al nuovo biglietto open al costo di € 7,00.
Il nuovo biglietto consente un accesso libero alle collezioni permanenti senza vincoli di orario e data, in ogni momento di regolare apertura al pubblico, da utilizzare per un ingresso entro un anno dalla data di acquisto. Il biglietto open è acquistabile sia nelle biglietterie dei musei che online sul sito web MidaTicket.
Non a caso la novità viene proposta durante il periodo dell’anno tradizionalmente dedicato allo scambio di doni, perché lasciarsi ispirare dal mondo dell’arte e della cultura è sempre una buona idea. L’iniziativa vuole infatti invitare tutte le persone a diffondere il valore della cultura, regalandola ad altri oppure a se stessi, con un’esperienza a contatto con il ricco patrimonio dei musei civici felsinei.
Per il secondo anno consecutivo, inoltre, tutte le 11 sedi dei Musei Civici di Bologna sono ancora più accoglienti verso la cittadinanza e i turisti grazie all’ampliamento degli orari di apertura e con visite multilingue: Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Museo internazionale biblioteca della musica, Museo del Patrimonio Industriale, Museo civico del Risorgimento.
Giovedì 26 dicembre 2024 (Santo Stefano), i musei sono visitabili dalle ore 10.00 alle 19.00, mentre martedì 31 gennaio 2024 l’apertura è dalle ore 10.00 alle 14.00.
Con l’iniziativa MuseoMania tutte le sedi saranno eccezionalmente aperte anche mercoledì 1°gennaio 2025 (Capodanno), dalle ore 11.00 alle 19.00.
Nei restanti giorni compresi nel periodo dal 24 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025 i musei osservano i consueti orari di apertura, consultabili sul sito web www.museibologna.it.
Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna, sottolinea: “Per il secondo anno consecutivo, i Musei Civici di Bologna saranno tutti aperti e con percorsi guidati e laboratoriali in varie lingue, per tutto il periodo delle festività natalizie, da prima di Natale fino all’Epifania. Da quest’anno inoltre sarà possibile per le persone regalare il biglietto del museo, come cadeau natalizio ma anche come semplice biglietto open da regalare o regalarsi in qualsiasi occasione. Le persone di tutte le età potranno quindi ritrovarsi, incontrarsi, ritirarsi, scoprire, confrontarsi, partecipare attivamente e divertirsi, nei musei comunali, festeggiando con noi anche il primo giorno del nuovo anno, in un viaggio all’interno del patrimonio culturale tra passato, presente e futuro”.
Le iniziative del Settore Musei Civici Bologna rientrano in Festivamente, il cartellone di iniziative culturali promosso e coordinato dal Comune di Bologna | Settore Cultura e Creatività per vivere insieme il periodo delle feste all’insegna della cultura, dell’arte e della socialità.
Di seguito gli orari di apertura osservati nei giorni festivi nelle singole sedi, le attività in programma e le mostre temporanee in corso.
L’acquisto dei biglietti di ingresso è disponibile sul sito Mida Ticket: https://www.midaticket.it/eventi/musei-civici-di-bologna.
Il programma completo delle attività è disponibile sul sito web www.museibologna.it.
ORARI DI APERTURA STRAORDINARIA E GIORNI FESTIVI
Mercoledì 25 dicembre 2024 (Natale)
chiusura di tutte le sedi
Giovedì 26 dicembre 2024 (Santo Stefano)
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10.00 – 19.00
Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4) ore 10.00 – 19.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10.00 – 19.00
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10.00 – 19.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Casa Morandi (via Fondazza 36) ore ore 10.00 – 19.00
Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) ore 10.00 – 19.00
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10.00 – 19.00
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) ore 10.00 – 19.00
Museo civico del Risorgimento (Piazza Giosue Carducci 5) ore 10.00 – 19.00
Martedì 31 dicembre 2024
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10.00 – 14.00
Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4) ore 10.00 – 14.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10.00 – 14.00
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10.00 – 14.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00 – 14.00
Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00 – 14.00
Casa Morandi (via Fondazza 36) ore 10.00 – 14.00
Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) ore 10.00 – 14.00
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10.00 – 14.00
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) ore 10.00 – 14.00
Museo civico del Risorgimento (Piazza Giosue Carducci 5) ore 10.00 – 14.00
Mercoledì 1 gennaio 2025 (Capodanno)
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 11.00 – 19.00
Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4) ore 11.00 – 19.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 11.00 – 19.00
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 11.00 – 19.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 11.00 – 19.00
Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 11.00 – 19.00
Casa Morandi (via Fondazza 36) ore 11.00 – 19.00
Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) ore 11.00 – 19.00
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 11.00 – 19.00
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) ore 11.00 – 19.00
Museo civico del Risorgimento (Piazza Carducci 5) ore 11.00 – 19.00
Lunedì 6 gennaio 2025 (Epifania)
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10.00 – 19.00
Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) ore 10.00 – 19.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10.00 – 19.00
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10.00 – 19.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Museo Morandi (via Don Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Casa Morandi (via Fondazza 36) ore 10.00 – 19.00
Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) ore 10.00 – 19.00
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10.00 – 19.00
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) ore 10.00- 19.00
Museo civico del Risorgimento (Piazza Carducci 5) ore 10.00 – 19.00
MOSTRE TEMPORANEE
Martin Parr. Short & Sweet
A cura di Martin Parr
Fino al 6 gennaio 2025
Museo Civico Archeologico | Sala Mostre (via dell’Archiginnasio 2)
Tel. +39 051 2757211
Il suo sguardo è immediatamente riconoscibile, una lente di ingrandimento a colori vivaci che crea storie partendo dalla realtà, che cattura momenti autentici e spesso eccentrici della vita quotidiana cogliendo l’essenza di un luogo o di una situazione attraverso la ricerca del dettaglio perfetto, che offre una prospettiva unica e spesso provocatoria della società contemporanea.
Martin Parr (classe 1952) – senz’altro uno dei fotografi documentaristi britannici più affermati e riconosciuti del nostro tempo – ha scelto il Museo Civico Archeologico di Bologna per presentare il progetto espositivo Short & Sweet, da lui direttamente curato, dopo l’ampio successo di pubblico recentemente ottenuto al Mudec – Museo delle Culture di Milano.
La mostra, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaborazione con il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna e Magnum Photos, e con il patrocinio del Comune di Bologna, presenta oltre 60 fotografie selezionate da Martin Parr appositamente per questo progetto e affiancate al corpus di immagini della serie Common Sense, che lo ha reso famoso, per ripercorrere, anche attraverso una intervista inedita a cura della storica e critica della fotografia Roberta Valtorta, la carriera di uno dei più famosi fotografi della nostra epoca. Gruppo Hera è sponsor della mostra.
Info: www.museibologna.it/archeologico
Prima del Pratello
Esposizione del progetto didattico realizzato in collaborazione con Istituto Penale per i Minorenni “Pietro Siciliani” Bologna e Centro per l’Istruzione degli Adulti CPIA 2 metropolitano di Bologna “Eduard C. Lindeman”
Fino al 6 gennaio 2025
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Tel. +39 051 2757211
Nato dalla collaborazione tra il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna e l’Istituto Penale per i Minorenni “Pietro Siciliani”, il progetto didattico sperimentale Prima del Pratello ha coinvolto un gruppo di 10 ragazzi, che hanno frequentato il Centro per l’Istruzione degli Adulti CPIA 2 metropolitano di Bologna “Eduard C. Lindeman” 2° periodo – IPM nell’anno scolastico 2023/2024.
Obiettivo dell’iniziativa è stato promuovere l’incontro tra questi giovani e l’archeologia, in un percorso di scoperta delle principali fasi del lavoro dell’archeologo a partire dalla conoscenza della storia della zona di via del Pratello, dove ha sede l’edificio in cui è ospitato l’Istituto Penale per i Minorenni di Bologna, le cui origini sono legate all’antica Felsina, la Bologna etrusca.
Durante cinque incontri i giovani beneficiari hanno potuto sperimentare in prima persona la sequenza delle operazioni preliminari all’esposizione dei reperti all’interno di un museo, apprendendo in particolare come anche dall’analisi di materiali apparentemente poco significativi si arrivi a ricostruire i modi di vita e tanti aspetti della realtà antica.
Dopo un’introduzione su cosa è oggi lo scavo archeologico, su come viene condotto, sull’importanza che i reperti rimangano legati al contesto da cui provengono, i ragazzi hanno osservato o eseguito, guidati dal personale del museo, alcune delle operazioni di base che vengono effettuate sui reperti per permetterne lo studio, la conservazione e l’esposizione in museo: restauro, schedatura e studio, redazione delle didascalie, allestimento.
La restituzione del progetto viene presentata al pubblico in una piccola esposizione fruibile al piano terra del Museo Civico Archeologico fino al 6 gennaio 2025, con alcune vetrine sulla realtà archeologica di via del Pratello allestite secondo il progetto pensato dai ragazzi, affiancate da materiali che danno conto del loro lavoro.
Info: www.museibologna.it/archeologico
Il Medagliere si rivela | L’antico Egitto nelle medaglie del Museo Archeologico di Bologna. Suggestioni culturali e sopravvivenze
A cura di Paola Giovetti, Laura Marchesini e Daniela Picchi
Prorogata fino al 13 gennaio 2025
Museo Civico Archeologico | Atrio (via dell’Archiginnasio 2)
Tel. +39 051 2757211
Nel 2024 il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna celebra un’importante ricorrenza: il trentesimo anniversario del riallestimento della Sezione Egizia. Originariamente esposta al primo piano del museo, la collezione composta da circa 3.500 oggetti di straordinario valore storico-archeologico – tra le più significative in Italia e in Europa – è stata trasferita nel 1994 al piano interrato creando un percorso di visita cronologico e tematico per mostrare lo sviluppo dell’arte e della civiltà Egiziana dall’Antico Regno all’Epoca Tarda.
All’interno delle iniziative dedicate al trentennale del progetto di revisione dell’intero assetto espositivo della collezione egiziana, la rassegna Il Medagliere si rivela, volta a far conoscere al grande pubblico la ricchissima raccolta numismatica di proprietà del Museo Civico Archeologico di Bologna, presenta per il suo quarto appuntamento una vetrina tematica con una ventina di medaglie realizzate tra il XV e il XIX secolo, le cui iconografie testimoniano il lascito e la permanenza della civiltà egizia nella cultura occidentale.
L’esposizione è liberamente fruibile nell’atrio del museo fino al 13 gennaio 2025.
Info: www.museibologna.it/archeologico
Nino Migliori, i Miei Gioielli
Progetto espositivo ideato da Alessandra D’Innocenzo nell’ambito di do ut do 2025
A cura di Lorenzo Balbi
Fino al 10 febbraio 2025
Museo Civico Archeologico | Corte vetrata (via dell’Archiginnasio 2)
Tel. +39 051 2757211
Il tema prescelto per l’edizione 2025 di do ut do, biennale di arte, architettura e design fondata a Bologna nel 2012 da Alessandra D’Innocenzo per sostenere le attività della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli di Bologna, è il desiderio. A farsi interprete di questo sentimento di anelito, di ricerca e di attesa è una mostra inedita dedicata a una produzione ancora poco conosciuta del poliedrico artista dell’immagine e delle forme e grande maestro della fotografia internazionale Nino Migliori: i gioielli.
Il progetto espositivo – ideato da Alessandra D’Innocenzo e curato da Lorenzo Balbi, realizzato in collaborazione con il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna e la Fondazione Nino Migliori – è visibile nella suggestiva corte vetrata accessibile dalla Sezione egizia del museo fino al 10 febbraio 2025.
All’interno di teche posizionate su tavoli in marmo disegnati da Mario Cucinella viene esposta la preziosa collezione di gioielli realizzati da Nino Migliori tra gli anni Settanta e Ottanta, insieme a 5 light box allestiti da In-Novo, di altrettante fotografie, che l’artista ha realizzato espressamente per l’occasione, per reinterpretare le sue creazioni attraverso lo strumento d’arte che gli è maggiormente congeniale: la fotografia. A queste opere si aggiunge una serie limitata di riproduzioni d’autore appositamente realizzata dalla Gioielleria Giulio Veronesi (Bologna – Cortina), che reinterpretano gli originali dell’artista. L’assegnazione delle opere retroilluminate e delle copie d’autore permetterà di raccogliere fondi a favore delle attività di assistenza e formazione della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli.
Nino Migliori è uno dei più autorevoli ed acclamati artisti italiani, capace con la sua ricerca di muoversi tra differenti linguaggi e media dell’arte. Il suo lavoro si è sviluppato attraverso oltre sette decenni di instancabile produzione attraversando molteplici correnti linguistiche del Novecento. Come un autentico ricercatore, Nino Migliori ha spaziato e sperimentato diversi generi e tecniche nel suo lavoro. Tutt’ora ricerca media, strumenti e metodi per raggiungere una sempre nuova modalità di fare arte e di intendere il lavoro stesso dell’artista. Le sue opere sono elaborazioni inedite che non riescono ad essere compresse nelle obsolete definizioni di fotografia, scultura, installazione, ma sono organismi fluidi che aspirano sempre a qualcosa di diverso oltre che a sfidare le possibilità espressive del linguaggio artistico.
Migliori scolpisce da molto tempo gioielli in oro, argento e materiale plastico ispirati dalla sua pluridecennale ricerca formale e materica. Sono anelli, bracciali, spille, collane creati come opere uniche a rappresentare la dimensione tridimensionale della sua ricerca materica e creativa che esprime da quando ha iniziato a fare il fotografo come artista visivo.
La mostra Nino Migliori, i Miei Gioielli rientra nell’ambito di ART CITY Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
Info: www.museibologna.it/archeologico
Alessandro Roma. Vestirsi paesaggio
Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4)
Fino al 2 marzo 2025
Tel. +39 051 2193930 / + 39 051 2193916
Da più di un decennio Alessandro Roma (Milano, 1977) usa la ceramica come materia elettiva di riferimento, attraverso cui indagare gli aspetti al centro del suo interesse – la scomposizione della forma, la stratificazione del colore sulla superficie, il segno che interviene creando un dialogo tra interno ed esterno – che lo hanno portato verso un incontro totale tra segno, forma e colore.
Le nove opere presentate nella mostra Vestirsi paesaggio, selezionate dalla produzione dell’ultimo anno, ridiscutono l’idea di pittura, scultura e produzione ceramica in una ricerca di continuo sconfinamento.
L’occasione espositiva ha orientato la ricerca dell’artista verso un dialogo con gli oggetti d’arte delle collezioni del Museo Civico Medievale, seguendo linee di sperimentazione che appartengono ai suoi percorsi consueti: il rapporto con l’artigianalità artistica, la fascinazione per le tecniche compositive, lo studio e il recupero di materiali e manualità che si vanno a perdere nella contemporaneità ipertecnologica e sempre più determinata dalle intelligenze artificiali, la perdita di saperi manuali.
La mostra Vestirsi paesaggio è promossa dai Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna in collaborazione con CAR Gallery (Bologna), nell’ambito di ART CITY Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
Info: www.museibologna.it/medievale
Prospettive d’Oriente. La donazione Norman Jones al Museo Civico Medievale di Bologna
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo, Giovanni Gamberi, Massimo Medica e Luca Villa
Fino al 5 maggio 2025
Museo Civico Medievale | Lapidario (via Alessandro Manzoni 4)
Tel. +39 051 2193930 / + 39 051 2193916
La mostra Prospettive d’Oriente. La donazione Norman Jones al Museo Civico Medievale di Bologna, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo, Giovanni Gamberi, Massimo Medica e Luca Villa, è dedicata alla raccolta di arte orientale appartenuta al collezionista inglese Norman Jones (1903-1985), pervenuta al Comune di Bologna nel 2023 grazie al generoso atto di donazione voluto dalla figlia Ruth, per consentirne la più ampia fruibilità da parte del pubblico e degli studiosi.
L’iniziativa espositiva – promossa dai Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna in collaborazione con il Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale (CSAEO) di Bologna – è visibile fino al 5 maggio 2024 nel Lapidario del Museo Civico Medievale.
Il pregevole nucleo donato da Ruth Jones, docente trapiantata nella città felsinea, è frutto dell’incessante interesse per la storia, le culture e l’arte orientale che ha contraddistinto l’intera vita del padre Norman.
L’eclettica raccolta si compone di 146 oggetti e opere (150, se si considerano le serie con più pezzi) che comprendono tessuti, sculture, stampe, disegni e acquerelli, provenienti dall’estremo Oriente e dal continente africano, alcuni dei quali risalenti all’epoca dell’antico Egitto, oltre a libri e fotografie.
Prima occasione pubblica di presentazione e valorizzazione della collezione Norman Jones, l’esposizione presenta una selezione di 47 pezzi, tra miniature indo-islamiche di Murshidaba, statue e oggetti di ispirazione induista, xilografie giapponesi, netsuke e oggetti di uso privato.
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale, che dà conto delle fasi di studio e ricerca precedenti la realizzazione del progetto espositivo. A cura di Giovanni Gamberi e Luca Villa, il volume contiene saggi di Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Luca Villa e Giovanni Gamberi, oltre a schede critiche su tutte le opere che compongono la collezione Norman Jones.
Info: www.museibologna.it/medievale
Contemporary Museum Watching. Alex Trusty Photographer
A cura di Luciano Bolzoni
Fino al 16 febbraio 2025
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6)
Tel. +39 051 2193998
La mostra monografica Contemporary Museum Watching del fotografo Alex Trusty, a cura di Luciano Bolzoni, vuole essere un vero e proprio omaggio al processo artistico e alla fruizione delle opere d’arte.
Il progetto espositivo raccoglie oltre 50 scatti – tratti da una selezione di circa 25.000 fotografie realizzate nell’arco di quasi dieci anni (2015-2024) in oltre 80 musei in tutto il mondo – che ritraggono gli spettatori in contemplazione davanti alle opere d’arte: dalla Pinacoteca di Brera di Milano alla Galleria Borghese di Roma, dai Musei Vaticani al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, passando per numerose istituzioni internazionali, quali la National Gallery di Londra, il MoMa – Museum of Modern Art di New York, il Musée d’Orsay di Parigi, il Musée Magritte di Bruxelles e il Museum Palace di Taiwan, per citarne alcuni.
Alex Trusty ha un occhio colto e curioso: non sorprende trovarlo a visitare musei e mostre, dove ad attrarlo è tutto ciò che succede di fronte, o intorno, a un’opera d’arte, e in particolare quello che, ai suoi occhi, è parte complementare dell’opera, ossia lo spettatore in contemplazione. Il fotografo, infatti, è sempre stato affascinato dalle reazioni soggettive di ciascun visitatore di fronte alle opere, siano esse famose o meno: ognuno è attirato dagli elementi più disparati ed è spesso impossibile comprendere quali, perché suggeriti anche da motivazioni intime e personali. Per questo Alex Trusty si aggira per le sale dei musei a caccia di scatti furtivi, praticando una sorta di art watchers watching, come lo definiva il grande Elliott Erwitt.
Nel processo di elaborazione dello scatto Alex Trusty ricorre a un gioco di percezione, portando lo spettatore all’interno del quadro e creando delle analogie di forme e colori tra opera e osservatore, in una sorta di trappola ottica. Lo spettatore stesso finisce così per assomigliare a ciò che vede e ne rimane intrappolato.
Altri protagonisti della fotografia di Alex Trusty sono i musei, le cui architetture diventano esse stesse opere d’arte: edifici, gallerie e spazi museali con cui lo spettatore interagisce ancor prima di avvicinarsi all’opera d’arte. Ne è un esempio lo scatto del Centre Pompidou di Parigi, che mette in risalto la struttura in acciaio e in vetro e il gioco di colori e di trasparenze del progetto.
La tappa bolognese di Contemporary Museum Watching – iniziativa promossa da Associazione Culturale Phos Contemporary Photography Culture in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica – è stata resa possibile grazie al contributo di UniCredit, Main Sponsor dell’iniziativa.
La mostra Contemporary Museum Watching è accompagnata dal catalogo edito da artem con la prefazione di Sylvain Bellenger, Direttore Emeritus del Museo e Real Bosco di Capodimonte ed ex Presidente e Curatore dell’Art Institute di Chicago.
L’esposizione rientra nell’ambito di ART CITY Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
Info: www.museibologna.it/collezionicomunali
Un presepe siciliano del Settecento dal Museo Giannettino Luxoro di Genova
A cura di Adele Tomarchio
Fino al 19 gennaio 2025
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tel. +39 051 236708
Come una tradizione nella tradizione, da anni in prossimità del Natale i Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con il Centro Studi per la Cultura Popolare, organizzano presso la sede del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini una mostra dedicata al presepe.
Grazie al prestito di una straordinaria ‘scarabattola’ proveniente dal Museo Giannettino Luxoro di Genova, quest’anno l’esposizione – a cura di Adele Tomarchio – presenta al pubblico un presepe siciliano, con lo scopo di documentare la fortuna di questo specifico tipo di produzione artistica e il suo declinarsi in maniera diversa di regione in regione.
Fulcro della scena del gruppo presepiale è l’Adorazione dei Magi di Giovanni Antonio Matera (Trapani, 1653 – Palermo, 1718), al cui nome si lega la fortuna della scultura presepiale modellata secondo la tecnica della “tela e colla”, di cui fu insuperato caposcuola.
Posto a confronto con la consistente e coeva collezione permanente del presepe felsineo che, come è noto, era modellato interamente in terracotta, il presepe di Matera esprime un realismo narrativo dalla forte carica gestuale, in cui si possono cogliere echi del naturalismo pittorico seicentesco e della scultura di Bernini, per corrispondere meglio alle esigenze di fede che la cultura artistica dell’Isola, sotto al dominio spagnolo, aveva necessità di trasmettere in termini di coinvolgente e spettacolare retorica. Strumenti di catechesi e di devozione popolare, i gruppi presepiali si prestavano ad attivare l’empatia e la partecipazione dei fedeli, per promuovere un ritorno a valori religiosi profondamente sentiti.
Info: www.museibologna.it/daviabargellini
Christian Fogarolli. Corpo eterico
A cura di Pier Paolo Pancotto
Fino al 16 febbraio 2025
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tel. +39 051 236708
Christian Fogarolli (Trento, 1983) ha concepito un progetto espositivo che riflette sulle caratteristiche intellettuali ed emotive dell’individuo in relazione al proprio contesto sociale e culturale; nel caso specifico, la vita quotidiana di cui la cosiddetta “arte industriale” e le altre testimonianze custodite presso il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini sono la più viva espressione.
A cura di Pier Paolo Pancotto, il progetto Corpo eterico si compone di un nucleo di opere per lo più inedite o create per l’occasione che, sotto forma di un’unica, grande installazione multisensoriale, in un gioco di assonanze visive e semantiche, si distribuiscono lungo tutti gli ambienti della sede museale dialogando con i dipinti, le sculture e la varia tipologia di manufatti che costituiscono il ricco patrimonio del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini. Si tratta di nove prove plastiche (in vetro, marmo, cera, metallo…), grafiche, fotografiche, luminose, sonore ed olfattive diverse per tecnica e tipologia ma unite tra loro da una comune fonte di ispirazione: l’istituzione museale e la sua raccolta.
Il progetto espositivo Christian Fogarolli. Corpo eterico è promosso dai Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna e realizzato in collaborazione con Galerie Mazzoli (Modena/Berlino) | Galerie Alberta Pane (Parigi/Venezia) | Casati (Bologna) e con il supporto di Giovanni Pasqualini, nell’ambito di ART CITY Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
Info: www.museibologna.it/daviabargellini
L’album inedito di Giacomo Savini. Pittura di paesaggio al Museo Davia Bargellini
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Chia, con Ilaria Negretti
Fino al 23 marzo 2025
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tel. +39 051 236708
I Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna, in collaborazione con la Fondazione Opera Pia Davia Bargellini, sono lieti di presentare la mostra dossier L’album inedito di Giacomo Savini. Pittura di paesaggio al Museo Davia Bargellini nella sede del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, dove è conservato un importante nucleo di oli e tempere di Giacomo Savini (Bologna, 1768 – ivi, 1842).
Curata da Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Chia, con Ilaria Negretti, la rassegna costituisce una preziosa occasione per far riemergere la consistenza qualitativa di un artista poco noto, la cui feconda produzione come pittore di quadri da cavalletto e decoratore di deliziose stanze paese può annoverarsi tra gli esiti più pregevoli della scuola dei paesisti felsinei tra Settecento e Ottocento.
Di questa gloriosa tradizione, nel clima neoclassico della seconda metà del Settecento, l’esponente più abile e ammirato fu Vincenzo Martinelli (Bologna, 1737 – ivi, 1807), il cui successo gli valse l’accesso ai più prestigiosi incarichi presso l’Accademia Clementina.
A ricollocare Giacomo Savini – già definito “il più intelligente e colto rappresentante della scuola martinelliana” – tra le personalità di primo piano nella storia bolognese del genere paesaggistico giunge il progetto di questa iniziativa espositiva, che scaturisce da una recente ricerca di Ilaria Chia, la prima organicamente condotta, su una cartella di 141 disegni, conservata nell’archivio storico della Fondazione Opera Pia Davia Bargellini e già ritenuta di grande interesse da esperti e studiosi.
Si tratta per lo più di studi originali dal vero di paesaggi visitati dall’autore nelle sue frequenti escursioni nel contado bolognese, giardini fantastici con monumenti di tipologia classica, riproduzioni di scene teatrali, schizzi per “boscherecce” e affreschi da interni, che attraversano tutti gli aspetti di una poliedrica attività sapientemente condotta tra scenografia, decorazione e vedutismo.
Può dunque configurarsi come esito di uno studio approfondito a lungo auspicato e ora compiutamente consolidato la presentazione, per la prima volta a un pubblico di non soli specialisti, di ventidue vedute a penna acquerellata selezionate da questo nucleo sostanzialmente inedito, se si eccettua la riproduzione di pochi esemplari su pubblicazioni di settore risalenti a diversi decenni fa.
Destinato a diventare un riferimento bibliografico imprescindibile sull’opera di Giacomo Savini è il catalogo edito da White Book e realizzato grazie al generoso contributo della Fondazione Opera Davia Bargellini, che contiene saggi critici di Mark Gregory D’Apuzzo, Ilaria Chia e Ilaria Negretti, le schede dei 22 disegni esposti e la riproduzione di tutti i 141 disegni inclusi nell’album inedito.
A suggellare la meritevole riconsiderazione della vicenda artistica di Giacomo Savini, nell’ambito della rassegna Il secolo dei Savini è inoltre previsto un ciclo di conferenze di approfondimento in collaborazione con il Museo Ottocento Bologna, dove fino al 3 marzo 2025 è visibile la mostra Dinastia Savini. Giacomo (1768 – 1842), Alfonso (1838 – 1908), Alfredo (1868 – 1924), a cura di Francesca Sinigaglia e Ilaria Chia, che ripercorre le vicende artistiche dei membri della famiglia Savini, da Giacomo al nipote Alfonso (Bologna, 1836 – ivi, 1908) fino al figlio di quest’ultimo Alfredo (Bologna, 1868 – Verona, 1924).
Per consentire al pubblico una fruizione sinergica, durante i rispettivi periodi di apertura delle due mostre è previsto il riconoscimento reciproco di agevolazioni.
Info: www.museibologna.it/daviabargellini
Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A
Fino al 6 gennaio 2025
A cura di Lorenzo Balbi e Marinella Paderni con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Sala delle Ciminiere (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611
In occasione del 44° anniversario della strage di Ustica, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna ospita nello spazio della Sala delle Ciminiere una grande personale dell’artista polacco Robert Kuśmirowski (Łódź, 1973), per ricordare questo tragico evento attraverso il linguaggio del contemporaneo.
La personale a cura di Lorenzo Balbi e Marinella Paderni con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì, realizzata con il contributo dell’Istituto Polacco di Roma, del Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica Polacca e dell’Adam Mickiewicz Institute e con il supporto di Foksal Gallery Foundation, fa eco al tragico evento del 27 giugno 1980 affidando al linguaggio del contemporaneo una riflessione sulla memoria collettiva in un particolare momento di ripiegamento della storia su se stessa.
Nel titolo dell’esposizione, P E R S O [A] N O M A L I A, si rintracciano i temi dello smarrimento e della perdita accentuati nella loro gravità dall’anomalia dell’epoca che stiamo vivendo.
Sul filo di questa evocazione, Kuśmirowski esplora la complessità del ricordo e dell’oblio attraverso grandi installazioni ideate per la Sala delle Ciminiere del MAMbo, in cui si combinano elementi visivi, sonori e sensoriali. Le installazioni sono state costruite manualmente dall’artista utilizzando elementi e arredi in parte provenienti dal suo archivio e in parte scelti presso Freak Andò Antiquariato Modernariato Design, partner tecnico della mostra.
La serie di ambienti, di diversa natura e per la maggior parte inediti, dialogano tra loro creando un ponte tra passato e presente che genera nello spazio museale un’atmosfera sospesa ed enigmatica. L’osservatore si trova catapultato in un limbo sospeso tra il passato e il presente, dove la memoria collettiva si fonde con l’immaginazione individuale.
Attraverso questo progetto espositivo Robert Kuśmirowski invita il pubblico a riflettere sulle complesse dinamiche tra storia, potere e verità. Le sue installazioni site specific diventano così uno spazio di riflessione e di confronto, dove le narrazioni ufficiali si mescolano con le interpretazioni personali, dando voce alla storia.
La realizzazione delle opere di Robert Kuśmirowski è stata possibile anche grazie alla collaborazione con il Settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune di Bologna.
Info: www.museibologna.it/mambo
TRAMANDO. Le acquisizioni di Francesco Arcangeli per la Galleria d’Arte Moderna di Bologna
A cura di Uliana Zanetti con la collaborazione di Lorenza Selleri
Fino al 6 gennaio 2025
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Project Room (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611
La mostra TRAMANDO. Le acquisizioni di Francesco Arcangeli per la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, a cura di Uliana Zanetti con la collaborazione di Lorenza Selleri, rappresenta l’ultima iniziativa di un vasto progetto con cui la Pinacoteca nazionale di Bologna, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e il Museo Morandi del Settore Musei Civici Bologna hanno omaggiato a partire dallo scorso maggio lo studioso Francesco Arcangeli (Bologna, 1915 – ivi, 1974), in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa.
Nella Project Room del MAMbo sono presentate una sessantina di opere selezionate tra quelle proposte o approvate da Francesco Arcangeli per l’acquisto da parte del Comune di Bologna, dal quale ricevette incarichi di consulenza dal 1949 al 1958 e quello di direttore della Galleria Comunale d’Arte Moderna dall’agosto 1958 al gennaio 1968.
La rassegna si propone di offrire una restituzione sufficientemente rappresentativa sia del disegno museologico di Arcangeli, basato principalmente su un cospicuo e significativo incremento della collezione, sia del suo particolare orientamento storico-critico. Nei suoi acquisti – pur sorretti dall’intenzione di consegnare una panoramica esaustiva e imparziale dell’arte contemporanea a livello locale, nazionale e, per quanto possibile, internazionale – è infatti possibile rintracciare le più autentiche inclinazioni personali, coltivate nei rapporti di stima e amicizia con alcuni pittori e critici.
Allestita come una quadreria, l’esposizione consente di apprezzare in un colpo d’occhio la consistenza, gli orientamenti e la qualità delle acquisizioni di Arcangeli attraverso una campionatura ragionata, che – pur nei limiti che hanno imposto l’esclusione di molti artisti e opere significativi – cerca di dare conto dell’ampiezza e della complessità del suo peculiare approccio all’arte.
Una sezione a parte è dedicata a un rilevante gruppo di opere su carta di Giorgio Morandi, amico di Arcangeli fin dagli anni Trenta, al quale il critico dedicò una fondamentale monografia, riconoscendo sempre in lui uno dei maggiori artisti del Novecento.
Quasi tutte le opere incluse nel progetto espositivo sono state raramente esposte negli ultimi decenni. Per l’occasione è stato quindi effettuato un consistente recupero conservativo, che ha consentito di valorizzare un nucleo collezionistico di importanza determinante per la storia e l’identità del museo.
Info: www.museibologna.it/mambo
TRAMANDO. Francesco Arcangeli tra la Pinacoteca nazionale e la Galleria d’Arte Moderna di Bologna
Fino al 6 gennaio 2025
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611
Nell’ambito del progetto Tramando, con il quale la Pinacoteca nazionale di Bologna, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e il Museo Morandi del Settore Musei Civici Bologna rendono omaggio a Francesco Arcangeli (Bologna, 1915 – ivi, 1974) nel cinquantesimo anniversario della morte, le tre sedi museali presentano un progetto espositivo condiviso che, declinato in tre itinerari, propone una lettura di parte del loro patrimonio attraverso le parole del grande storico e critico d’arte.
Si tratta di un viaggio nelle tre collezioni che interessa opere e artisti amati e studiati dal critico e che riflette la sua idea di continuità tra l’arte del passato e quella del presente. Ad accompagnare i visitatori sono speciali didascalie con brani tratti da suoi testi accostati alle opere selezionate.
Il termine Tramando, che dà il nome all’intero progetto e alla mostra diffusa fra i tre musei, è una parola chiave della visione critica di Arcangeli. Tramando è per lui un filo nascosto di pensiero, di una inconscia affinità di visione del mondo, che lega artisti diversi nel tempo e nello spazio e permette di ritrovare denominatori comuni. È la tradizione nella quale si è nati e si cammina e che lasceremo alle generazioni che seguiranno.
Questo è il filo conduttore dei tre itinerari nelle sedi museali bolognesi con le quali Arcangeli ebbe modo di lavorare. Egli fu infatti al fianco di Cesare Gnudi e Andrea Emiliani negli anni della loro direzione della Pinacoteca e fu direttore della Galleria Comunale d’Arte Moderna – oggi MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – dal 1958 al 1968.
All’interno delle collezioni del MAMbo i visitatori possono leggere, accanto a tre opere, scelte tra le tante acquisite da Francesco Arcangeli per la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna negli anni della sua direzione, alcuni suoi brani tratti da presentazioni e saggi.
Al Museo Morandi sei dipinti e quattordici acqueforti della collezione sono accompagnati da commenti e interpretazioni tratti dalla monografia dedicata all’artista bolognese, Giorgio Morandi (1964), e dal testo Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana (1970). La selezione dei testi intende avvicinare il pubblico all’altissima qualità letteraria della prosa di Francesco Arcangeli, magistrale interprete dell’opera morandiana.
Info: www.museibologna.it/mambo | www.museibologna.it/morandi
Immagini del No. Il reenactment. Le fotografie di Anna Candiani e Paola Mattioli
Fino al 12 gennaio 2025
A cura di Valentina Rossi
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611
L’esposizione, a cura di Valentina Rossi, è una riproposizione del progetto fotografico Immagini del No realizzato durante la campagna referendaria del 1974 che aveva l’obiettivo di abrogare la legge istitutiva del divorzio (1°dicembre 1970, n. 898 Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio).
L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra le fotografe Anna Candiani e Paola Mattioli, organizzata da Lanfranco Colombo con la collaborazione grafica di Giovanni Anceschi in occasione dell’esposizione presso la Galleria Il Diaframma di Milano (novembre-dicembre 1974), si estese oltre la documentazione legata al referendum con il fine di esplorare il concetto del “No” in un più ampio contesto di militanza femminista. L’allestimento circolare della mostra ne consentì una fruizione su quattro livelli tematici. Manifestazioni femministe, occupazioni di case, eventi legati al referendum e campagne sociali promosse da gruppi spontanei furono al centro delle 134 fotografie perlopiù in bianco e nero disposte su strisce sovrapposte all’interno di dieci pannelli.
L’anno 2024 segna il cinquantesimo anniversario del progetto Immagini del No. Molti degli ideali e delle lotte delle donne nati all’interno del movimento femminista negli anni Settanta perdurano oggi nelle nuove sfide al centro del dibattito pubblico. Ciò rende il progetto di Candiani e Mattioli straordinariamente attuale alla luce del percorso di libertà che le donne avviarono in passato e che continua oggigiorno. In virtù di questa riflessione, la mostra storica del 1974 rivive al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
riproponendo i pannelli circolari contenenti le ristampe delle fotografie di Paola Mattioli e Anna Candiani.
Info: www.museibologna.it/mambo
L’Affare Morandi di Vittoria Chierici
A cura di Maura Pozzati
Casa Morandi (via Fondazza 36)
Fino al 6 gennaio 2025
Tel. +39 051 300150 / +39 051 6496611 (centralino MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna)
L’esposizione L’Affare Morandi di Vittoria Chierici, a cura di Maura Pozzati, rappresenta la seconda fase di un più ampio progetto corale che ha preso il via lo scorso giugno presso il Dipartimento educativo del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna con un laboratorio indirizzato alle studentesse e agli studenti del Biennio di Pittura Arti Visive e di Didattica dell’Arte e Mediazione del Patrimonio Artistico del Corso di Storia e Metodologia della Critica d’arte tenuto dalla Prof.ssa Maura Pozzati all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Il workshop è stato condotto da Vittoria Chierici, artista e ideatrice del progetto, coadiuvata dalla curatrice dell’iniziativa.
In mostra trovano spazio le 19 opere esposte che Vittoria Chierici ha realizzato nel suo studio a Eastport, nel Maine, e a New York. I lavori, di piccolo formato ad acrilico, olio e gessetti su tavola, non sono soltanto da osservare ma anche da leggere: alla parte pittorica è infatti spesso associata un’area occupata da alcuni aforismi morandiani e di altri autori, fonte d’ispirazione per Chierici, i quali vengono puntualmente menzionati nel retro delle tele. Nella sala conferenze vi è il dittico di grandi dimensioni Esperienza sensibile #1
prodotto grazie alla collaborazione degli studenti e delle studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Bologna che hanno partecipato al laboratorio. L’opera è composta da una lavagna contenente pensieri e schizzi realizzati con gessetti colorati che interpretano il modus operandi di Morandi e da una tela dipinta da Vittoria Chierici con la tecnica dello stencil.
Completa l’esposizione un filmato di 12′ realizzato dalla film maker Livia Campanini che racconta e riassume l’esperienza laboratoriale condotta da Chierici al MAMbo.
In occasione della mostra Vittoria Chierici ha annunciato di voler donare al Museo Morandi un polittico.
Info: www.museibologna.it/morandi
All’ascolto del mondo
A cura di Oderso Rubini e Franco Severi
Fino al 12 gennaio 2025
Museo internazionale e biblioteca della Musica (Strada Maggiore 34)
Tel. +39 051 2757711
Costruirò una rete che collegherà il mondo. Guglielmo Marconi (Bologna, 1874 – Roma, 1937) ha alimentato questo sogno per tutta la sua esistenza.
A questa visione si ispira All’ascolto del mondo, la mostra dossier che il Museo internazionale e biblioteca della musica dedica ai nuovi indirizzi di ricerca seguiti dal geniale inventore delle telecomunicazioni senza fili, pioniere della radio, imprenditore illuminato che ha influenzato sia la comunicazione che la musica.
Il progetto espositivo, curato da Oderso Rubini e Franco Severi, si inserisce nelle iniziative organizzate per il 20° anniversario del Museo internazionale e biblioteca della musica del Settore Musei Civici Bologna ed è promosso in collaborazione con Musicalia Museo della Musica Meccanica e AMMI Associazione Musica Meccanica Italiana (Cesena), con il sostegno di Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura e Paesaggio e con il patrocinio e il sostegno del Comitato nazionale per le celebrazioni del 150° anniversario dalla nascita di Guglielmo Marconi.
L’uso delle onde elettromagnetiche per trasmettere segnali telegrafici senza l’ausilio di cavi, che Marconi sperimenta a soli 21 anni, ha trasformato il modo in cui la musica veniva trasmessa e ascoltata, donando la possibilità di ricevere concerti e trasmissioni musicali a distanza. Prima della radio, la musica era un’esperienza locale, accessibile solo dal vivo o tramite rudimentali fonografi. Grazie allo scienziato melodie e performance iniziarono a viaggiare, avviando una diffusione culturale di massa senza precedenti: le stazioni radio cominciarono a trasmettere musica, creando nuovi modi per gli artisti di raggiungere un pubblico più vasto e cambiando radicalmente il rapporto con la musica. Per la prima volta nella storia si poteva godere di orchestre famose e artisti solisti rimanendo comodamente in casa.
Ma i suoi contatti con la musica sono andati oltre: dopo la prima guerra mondiale, nel 1922 con la Marconi Company, forma il dipartimento MARCONIPHONE per progettare, produrre e vendere apparecchiature di ricezione domestica. Nel 1924 entra nel campo della distribuzione discografica grazie ad un accordo con la Pathè.
Il percorso espositivo, allestito all’interno delle sale della collezione permanente del museo, è suddiviso in nove sezioni tematiche che ripercorrono le “avventure” di Marconi a partire dal lancio del primo segnale transoceanico tra la Gran Bretagna e il Canada nel 1901 e dalla costituzione in tutto il mondo delle prime società per la produzione delle prime unità trasmittenti e riceventi.
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dal Comune di Bologna | Settore Musei Civici Bologna.
Il progetto espositivo All’ascolto del mondo rientra in un più ampio progetto scientifico-culturale ed educativo del Settore Musei Civici Bologna consacrato a Guglielmo Marconi, patrocinato e sostenuto dal Comitato nazionale per le celebrazioni del 150° anniversario dalla sua nascita.
Info: www.museibologna.it/musica
Rio Ari O. Luca Carboni, 40 anni tra musica e arte
A cura di Luca Beatrice
Fino al 9 febbraio 2025
Museo internazionale e biblioteca della Musica (Strada Maggiore 34)
Tel. +39 051 2757711
Quarant’anni di creatività libera e intensa raccontata attraverso le opere che hanno accompagnato quattro decenni di una carriera musicale di successo. Rio Ari O è la mostra con cui Luca Carboni celebra la sua intensa attività: è infatti del 1984 l’album d’esordio canoro e autorale uscito sotto il titolo di …intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film.
Curata da Luca Beatrice, critico e curatore d’arte contemporanea, l’esposizione Rio Ari O. Luca Carboni, 40 anni tra musica e arte – ideata e prodotta da Elastica in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | Museo internazionale e biblioteca della musica – celebra la sinergia tra musica e arte visiva, mostrando un percorso creativo inedito e parallelo, ma spesso intrecciato a quello musicale, dato che molti album di Carboni si sono accompagnati ad una produzione fatta di disegni, schizzi e dipinti che raccontano il processo creativo dietro ogni brano, concerto o tour.
L’iniziativa ha il sostegno della Regione Emilia-Romagna, il patrocinio del Comune di Bologna ed è realizzata con il contributo di EmilBanca, Gruppo Hera, Macron, Manifattura Ceccarelli. Radio Capital è radio ufficiale della mostra.
In quattro stanze più una wunderkammer di ingresso, Bologna Città Creativa della Musica UNESCO festeggia così uno dei suoi artisti più rappresentativi e poliedrici rispetto ai linguaggi con cui ha espresso la propria poetica.
Sono oltre una cinquantina le opere pittoriche esposte, tutte realizzate a partire dalla metà degli anni ’80. Nella pittura – dice lo stesso Luca Carboni – mi ispirano le donne, i colori piatti delle bandiere, i cartelli stradali, i portici e le chiese. Nella produzione di solito mi piace mescolare la tempera, i colori acrilici, le bombolette spray per la pittura di strada, il tutto applicato sempre su diversi tipi di supporto, a volte la tela classica ma anche legni di recupero, compensati vari e altri materiali come il ferro, il cartone, la carta da pacchi e da regalo.
Ma non finiscono qui i piani del racconto: nello spazio mostre i visitatori possono trovare esposti oggetti, copertine di dischi, testi inediti, appunti, memorie che partono proprio dal quel 1984 che ha segnato la data di inizio della carriera di Carboni. L’intento è quello di raccontare la storia nascosta, più che la dimensione pubblica dell’autore di Mare, mare e di tanti altri successi. La mostra è una sorta di dietro le quinte dove i block notes, gli appunti, i disegni e i quadri sono stati un percorso parallelo ma non disgiunto con i successi musicali.
Non può, ovviamente, mancare la musica nella mostra di uno dei cantanti che hanno segnato maggiormente la storia della canzone italiana. Per questo, la sala finale del percorso espositivo sorprende il visitatore con un sound design che include canzoni, inediti, audio rubati in studio, il tutto accompagnato da immagini e video clip, in un allestimento dall’atmosfera pop.
Infine, il centralissimo Portico del Pavaglione, in via dell’Archiginnasio, accoglierà una sorta di ghost track della mostra dall’8 gennaio 2025: sono gli autoritratti di Carboni stampati su larga scala e appesi alle chiavi di ferro degli archi del portico.
L’esposizione Rio Ari O. Luca Carboni, 40 anni tra musica e arte rientra nell’ambito di ART CITY Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
Info: www.museibologna.it/musica
Memorie del Lavoro e Spazi Industriali
A cura di Eloisa Betti e Andrea Bacci
Fino al 4 maggio 2025
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123)
Tel. +39 051 6356611
Fino al 4 maggio 2025 è visibile al Museo del Patrimonio Industriale del Settore Musei Civici Bologna il nuovo spazio informativo Memorie del Lavoro e Spazi Industriali, a cura di Eloisa Betti e Andrea Bacci, realizzato in collaborazione con Clionet – Associazione di ricerca storica e promozione culturale e con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, FIOM-CGIL Bologna e SPI-CGIL Bologna.
Il progetto espositivo documenta le connessioni tra gli spazi e le architetture della produzione industriale a Bologna e l’identità operaia della città attraverso una selezione di fotografie storiche, provenienti dagli archivi di FIOM CGIL Bologna e del Museo del Patrimonio Industriale, e una mappa che consentono di ricostruire i luoghi bolognesi della produzione industriale e di rappresentare le forme di organizzazione dell’attivismo operaio negli anni Settanta e Ottanta.
Le immagini mostrano, da una parte, l’impatto delle trasformazioni urbanistiche indotte dal rapidissimo processo di industrializzazione del territorio a partire dagli anni del boom economico e, dall’altra, le azioni di mobilitazione di massa di lavoratrici e lavoratori – presidi, assemblee, scioperi, manifestazioni contro la chiusura delle fabbriche, cortei, picchetti – innescate dalla profonda crisi industriale dei primi anni Settanta.
Una postazione è dedicata al sito web del progetto Bologna metalmeccanic@ che ospita percorsi di public history su 10 fabbriche dell’area metropolitana bolognese (Arco, Cogne, Sasib, Giordani, Casaralta, Minganti, Sabiem, Calzoni, Cevolani, Curtisa). I percorsi sono arricchiti da fonti archivistiche, iconografiche, orali e multimediali che consentono vari livelli di fruizione dei contenuti storico-culturali.
Il cuore dello spazio espositivo è costituito da materiali inediti, parte di un progetto artistico di Andrea Bacci, che illustrano i luoghi in cui sorgevano le principali fabbriche metalmeccaniche bolognesi oggi non più esistenti.
Una serie di 45 fotografie in bianco e nero, realizzate tra il 2019 e il 2024, svela le tracce del passato industriale negli ex stabilimenti rifunzionalizzati (o che stanno per essere demoliti) e le modalità della loro restituzione alla cittadinanza. Talvolta luoghi abbandonati in attesa di essere demoliti, altre volte spazi rigenerati come luoghi culturali o commerciali, talvolta cancellati da una nuova urbanizzazione, in altri casi divenute sedi di nuove attività produttiva, le fabbriche mutano nel tempo la loro funzione ma restano luoghi simbolici della memoria e dello sviluppo economico-sociale cittadino.
Infine, tre documentari inediti, realizzati con le testimonianze dirette delle maestranze che hanno collaborato alla ricostruzione del vissuto aziendale, raccontano le fabbriche dal punto di vista di coloro che vi hanno lavorato. I filmati sono incentrati su tre temi che rappresentano le fasi dell’esistenza umana: vita (Quando c’era la Giordani), amore (Noi siamo la Minganti) e morte (C’era una volta l’Arco). Mettono, inoltre, in scena la riappropriazione dei luoghi in cui sorgevano le fabbriche da parte degli ex lavoratori, riportati in quegli stessi spazi che li hanno visti protagonisti per una vita intera.
Lo spazio informativo Memorie del Lavoro e Spazi Industriali si inserisce nel percorso di ricerca Bologna metalmeccanic@ promosso da Museo del Patrimonio Industriale del Settore Musei Civici Bologna, Clionet – Associazione di ricerca storica e promozione culturale, Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, FIOM-CGIL Bologna e SPI-CGIL Bologna, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.
Il progetto espositivo Memorie del Lavoro e Spazi Industriali rientra nell’ambito di ART CITY Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale
Garibaldini in uniforme dall’Uruguay alle Argonne (1843-1915)
A cura di Pietro Compagni
Fino al 9 febbraio 2025
Museo civico del Risorgimento (Piazza Giosue Carducci 5)
Tel. +39 051 2196520
La mostra Garibaldini in uniforme dall’Uruguay alle Argonne (1843-1915), promossa dal Museo civico del Risorgimento fino al 9 febbraio 2025, offre un percorso visivo e storico attraverso le uniformi e le vicende dei Garibaldini dalla guerra in Uruguay fino alla partecipazione alla Prima guerra mondiale, mettendo in luce l’evoluzione del garibaldinismo nelle diverse fasi storiche.
L’esposizione propone una serie di 47 ricostruzioni grafiche a colori realizzate dal curatore Pietro Compagni – uno dei più validi figurinisti storico-militari contemporanei, con al proprio attivo un notevole numero di pubblicazioni, mostre e convegni – che, sulla base dell’iconografia e di descrizioni coeve, illustrano le uniformi indossate da volontari e volontarie che nel corso dei decenni parteciparono alle campagne militari promosse da Giuseppe Garibaldi (e dai suoi eredi) a partire dall’America Latina (1843), passando per le Guerre d’Indipendenza (1848-1866), la difesa della Repubblica Romana (1849), la spedizione conclusasi all’Aspromonte (1862), la campagna dell’Agro romano (1867), il conflitto franco-prussiano (1870-1871), la lotta per la libertà della Grecia (1897), fino alla spedizione nelle Argonne durante la Prima guerra mondiale.
Molti dei corpi, bande, legioni, colonne, brigate, compagnie e battaglioni che formarono i ranghi garibaldini indossavano uniformi proprie, fornite dai loro organizzatori, oppure dalle popolazioni delle località in cui questi reparti si formavano. Inoltre, spesso i garibaldini provvedevano autonomamente al proprio vestiario, per cui erano decisive le necessità personali, la disponibilità finanziaria, la situazione contingente e anche il gusto personale e la “fantasia” di ogni volontario.
In ogni caso, gli uomini che dal 1843 al 1915 combatterono con Garibaldi o in nome degli ideali garibaldini. nella maggior parte dei casi non avevano un’uniforme propriamente detta: per uniforme si intende un vestiario codificato, concepito secondo canoni regolamentati, descritto in appositi regolamenti a stampa. Allora è necessario ricorrere ad altre fonti: i reperti originali, l’iconografia pittorica e fotografica, le memorie di chi indossò quelle uniformi, ma anche documenti, relazioni, note spese, oltre alla “letteratura” degli studiosi del settore.
Le ricostruzioni proposte sono il frutto di molti anni di pazienti ricerche condotte da Pietro Compagni che, tra le fonti del suo lavoro, si è avvalso anche di cimeli rari e di grande valore storico, tra cui uniformi originali, documenti d’epoca, fotografie e dipinti appartenenti alle collezioni del Museo civico del Risorgimento di Bologna, in parte esposti in questa occasione per raccontare l’epopea dei Garibaldini, uomini che hanno combattuto per la libertà e l’unità d’Italia.
Tra questi, spicca un reperto del tutto unico: una uniforme garibaldina del “Reggimento Malenchini”, un corpo di volontari che raggiunse i Mille di Giuseppe Garibaldi in Sicilia poco tempo dopo lo sbarco (1860), e le cui uniformi erano di color caffè e non rosse. Per diversi motivi, tutte le uniformi di quel corpo sono andate perdute e quello conservato a Bologna è l’unico esemplare rimasto, oggi in cattivo stato di conservazione.
In concomitanza con la mostra il Museo civico del Risorgimento di Bologna lancia la campagna Art Bonus per il restauro conservativo urgente della giubba. Per informazioni è possibile consultare il sito web di Art Bonus.
Info: www.museibologna.it/risorgimento