Alla scoperta della Corea del Sud: viaggio in Estremo Oriente
Le 5 città da non perdere in Corea del Sud sono la capitale Seul, poi Busan, Gyeongju, Jeju e Jeonju. Sono tutte delle perle ma per visitarle tutte ci vogliono diversi giorni, per cui se si ha poco tempo a disposizione conviene iniziare e/o concentrarsi su Seul.
Seul è una megalopoli, centro culturale e commerciale della Corea del Sud. Seoul è un connubbio perfetto di modernità e tradizione. Nella capitale si possono ammirare alti grattacieli che sovrastano palazzi e pagode. Il viaggio a Seul si può iniziare ammirando il panorama offerto dalla N Seoul Tower, edificata sulla cima di un monte nel parco di Namsan, da cui si possono ammirare panorama mozzafiato sulla città. Poi da qui si può proseguire a piedi.
Tutto richiama la cultura tradizionale sudcoreana, come le sale da tè e i negozi di Insadong, i giardini e i musei di Gyeongbokgung e il palazzo Changdeokgung (patrimonio mondiale dell’UNESCO). Il lussuoso distretto di Gangnam è un’area all’avanguardia. Seoul è capitale di stile. Qui si trovano case d’alta moda e stilisti emergenti meno noti, oltre a boutique specializzate, negozi vintage e mercati di tessuti all’ingrosso in ogni parte della città. Per gli amanti della cosmesi coreana è interessante recarsi a visitare il distretto di Myeongdong, che ospita negozi di cosmetici in ogni angolo.
Seul è una città moderna e vasta, molto industrializzata e dall’aspetto largamente occidentale. La capitale è a metà della penisola di Corea e pertanto a breve distanza dal confine che separa le due Coree. La città è sorta lungo il corso del fiume Han, sul versante occidentale della penisola coreana, a una quarantina di chilometri di distanza dal Mar Giallo, probabilmente nel 1° secolo a.C.; a lungo venne contesa fra i tre regni che allora si dividevano la penisola. Dal 1392 all’Ottocento fu la capitale del regno e poi Impero di Corea. Quando il Giappone, nel 1910, conquistò il paese, sottoponendolo a un regime coloniale molto duro, la città fu scelta come sede dell’amministrazione giapponese, e tale rimase fino alla sconfitta subita dal Giappone nel 1945. Fu allora che il nome prese la forma attuale di Seul, mentre sotto i Giapponesi la città era nota come Kyŏngsŏng, e in precedenza come Chŏson, nomi che alludevano sempre alla sua funzione di capitale.
Divenuta (1948) capitale della Corea del Sud, Seul riprese a svilupparsi solo dopo il 1953, in seguito alla fine della guerra di Corea e dopo la prima ricostruzione urbana. A seguito dei forti investimenti statunitensi si ebbe una prima fase di intensa industrializzazione. Produzioni alimentari, tessili, chimiche, meccaniche. Si realizzò un grande porto moderno a Inchon, che è lo sbocco al mare di Seul e oggi è collegato con una metropolitana alla capitale.
Una nuova fase prese avvio con l’arrivo di capitali giapponesi, che sostituirono quelli statunitensi. Le industrie di Seul producevano componenti e semilavorati per le industrie giapponesi, ormai molto ben piazzate sui mercati mondiali della meccanica, dell’ottica, della chimica e di altri settori. Un’ultima fase attuale ha visto aumentare il numero di aziende con produzioni autonome. I settori più sviluppati sono il tessile, l’automobilistico e l’elettronico.
La città è sede di moltissime multinazionali, spesso di grandi dimensioni. Notevole importanza anche economica ha poi l’insieme delle attività amministrative e di quelle commerciali; ma è soprattutto il settore finanziario ad avere avuto il maggiore impulso, facendo di Seul una delle principali piazze del mondo.