Curarsi è un dovere e un diritto inalienabile

medici da pixabay

Curarsi rappresenta un diritto fondamentale garantito dalla Costituzione Italiana, precisamente nell’articolo 32, che afferma: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Questo articolo stabilisce chiaramente che ogni individuo ha il diritto di accedere alle cure mediche necessarie, ma introduce anche l’idea che tale diritto comporti certi obblighi, come nel caso di trattamenti sanitari specifici imposti per legge, essenziali per il benessere collettivo, quali le vaccinazioni neonatali o certi tipi di cure psichiatriche.

Il diritto alla salute rappresenta quindi un principio fondamentale che dovrebbe essere garantito ad ogni individuo, indipendentemente dalla loro condizione economica o sociale. Ma un ostacolo considerevole a questo obiettivo è rappresentato dalla malasanità e dagli errori medici, che possono minare la fiducia dei pazienti nel sistema, che per questo motivo si rivolgono agli avvocati specializzati in malasanità sempre più spesso. Inoltre, nel nostro Paese la sanità è stata spesso vista come un fondo da cui attingere, ma ricerca e assistenza sanitaria rappresentano i pilastri fondamentali per la nostra salute e benessere.

La percentuale del PIL destinata al Servizio Sanitario Nazionale è significativamente inferiore rispetto a quella dei paesi più avanzati. Questa situazione rasenta l’incostituzionalità, poiché i cittadini non hanno accesso a prestazioni sanitarie uguali, ma diverse in base al reddito e al luogo di residenza.

Curarsi diventa anche un dovere civico

Nel panorama giuridico attuale, mentre il diritto alle cure è immediatamente applicabile e riconosciuto universalmente, emerge la questione se curarsi sia anche un dovere civico.

In effetti, alcuni trattamenti non sono solo un’opzione ma un requisito legale, riflettendo l’importanza di certe cure non solo per l’individuo ma anche per la comunità nel suo insieme.

Passando dal quadro legislativo al ruolo del paziente, la moderna interpretazione della salute pone l’individuo al centro del proprio percorso di cura. Questo sposta il focus della discussione dalla figura autoritaria del medico ad una relazione più equilibrata, dove il paziente diventa il protagonista del proprio benessere. In questo contesto, la responsabilizzazione del paziente si concretizza nell’aderire ad un piano terapeutico condiviso, sottolineando che curarsi adeguatamente oltre ad essere un diritto diventa una responsabilità individuale.

Curarsi bene, dunque, trascende la semplice esercitazione di un diritto: diventa un dovere attivo verso se stessi e verso la collettività. In un’epoca dove la salute è vista come un bene prezioso e personale, ogni individuo è chiamato a contribuire attivamente al proprio stato di benessere, con implicazioni che vanno ben oltre il personale, influenzando la salute pubblica. Così come il voto è un diritto e un dovere di ogni cittadino, allo stesso modo l’attenzione alla propria salute rappresenta un impegno essenziale per il benessere individuale e collettivo.

La salute è un bene prezioso per tutti

Un approccio inclusivo e globale, che metta la salute umana al centro delle politiche pubbliche, è essenziale per affermare la salute come diritto fondamentale e bene comune per tutti.

Per riconoscere pienamente la salute come un bene comune, è dunque necessario un cambiamento di mentalità a tutti i livelli sociali, perché un sistema sanitario più equo, efficiente e sostenibile può essere costruito solo attraverso l’impegno collettivo e la collaborazione tra governo, istituzioni sanitarie, professionisti e cittadini. Un tale sistema deve oltretutto garantire l’accesso alle cure per tutti e proteggere dagli errori medici, consolidando così la salute come diritto universale piuttosto che privilegio per pochi.

Questo richiede una visione a lungo termine ed una strategia coerente che unisca prevenzione, educazione sanitaria e innovazione tecnologica in campo medico.

In definitiva, proteggere la salute di ogni individuo significa tutelare l’intera collettività.

Solo con una mentalità collaborativa e un sistema sanitario inclusivo possiamo assicurarci che la salute sia un diritto realmente accessibile a tutti, indipendentemente dalle circostanze personali.