Gli Atenei dell’Emilia-Romagna rispondono alle sfide contemporanee con 12 nuovi percorsi universitari

Bologna Foto di Rita Michelon da Pixabay

C’è chi diventerà esperto di innovazione alimentare, chi si occuperà di ambiente da un punto di vista scientifico o politico, chi applicherà le nuove scoperte dell’ingegneria alla medicina e chi progetterà le imbarcazioni del futuro. Grazie ai nostri Atenei, le possibilità formative per chi studia in Emilia-Romagna si arricchiscono, diventando sempre più attrattive, competitive e adeguate ai tempi.

“L’offerta di studio degli Atenei della nostra regione si aggiorna per essere sempre al passo con le nuove richieste del mondo del lavoro e della ricerca- commenta l’assessora all’Università, Paola Salomoni-. Senza dimenticare la nostra tradizione secolare, facciamo crescere le opportunità di studiare in lingua inglese, così come ampliamo la possibilità che i giovani si specializzino in professioni oggi molto richieste, quali quelle infermieristiche o ingegneristiche. Da un lato c’è la nostra storia e cultura con la scienza dell’alimentazione, dall’altro il nostro futuro con la sostenibilità ambientale o le tecnologie”.

Il Co.Re.Co. dell’Emilia-Romagna (Comitato Regionale di Coordinamento delle Università), ha espresso infatti all’unanimità il parere favorevole all’attivazione di 12 nuovi corsi di laurea a partire dall’Anno Accademico 2024-2025. Si tratta del secondo passo, che ha fatto seguito al via libera da parte dagli organi accademici di ogni Ateneo. Rimane solo da attendere il parere del CUN (Consiglio Universitario Nazionale) e dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), prima che la proposta arrivi al ministero dell’Università e della Ricerca per l’approvazione definitiva.

La proposta universitaria in Emilia-Romagna, dunque, si arricchisce di 12 nuovi corsi: 8 lauree magistrali e 4 corsi triennali. La peculiarità delle scelte fatte è legata da un lato all’attenzione per il territorio regionale e per le sue caratteristiche (si pensi all’interesse per le produzioni alimentari, la nautica e il biomedicale), dall’altro alla consapevolezza del ruolo sempre maggiore che in futuro sarà ricoperto dai servizi di cura della persona (alcuni corsi riguardano le scienze infermieristiche e la psicologia).

Il tutto tenendo bene a mente gli obiettivi che la Regione, attraverso il Patto per il Lavoro e per il Clima, persegue da diversi anni, e cioè da un lato la sostenibilità ambientale, dall’altro l’internazionalizzazione: non a caso 5 corsi su 12 saranno in lingua inglese.