Milan, la promessa dell’instant team e la realtà di un mercato in stallo

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Tra l’ingaggio di Allegri e l’arrivo di Modric, il progetto rossonero rischia di rimanere incompiuto

Ambizioni elevate, risultati (finora) modesti. Il progetto del Milan per la stagione 2025-26 appare chiaro nelle intenzioni: costruire una squadra pronta per vincere subito, capace di tornare immediatamente ai vertici del calcio italiano. Questa visione è stata sottolineata dalla scelta di affidare la panchina a Massimiliano Allegri, allenatore con un palmares ricco di trofei. Tuttavia, a fine giugno, il divario tra aspirazioni e realtà appare preoccupante.

Fino ad ora, il mercato in entrata del club rossonero si limita a un unico colpo: l’ingaggio a parametro zero di Luka Modric. Un acquisto prestigioso, certo, ma che contrasta nettamente con le due significative cessioni già completate: Tijjani Reijnders al Manchester City e Theo Hernandez all’Al Hilal, trasferimento definito ma ancora da ufficializzare.

Un bilancio sbilanciato tra entrate e uscite

Cento milioni incassati, pochi investimenti. I conti parlano chiaro: il Milan ha già incassato quasi 100 milioni di euro dalle cessioni (considerando anche il riscatto di Kalulu da parte della Juventus), investendo essenzialmente nel contratto milionario di Modric. Un bilancio che lascia perplessi, soprattutto considerando le esigenze di un allenatore come Allegri.

Nonostante il valore indiscutibile del fuoriclasse croato, a quasi 40 anni Modric può rappresentare la ciliegina sulla torta, non la base del progetto. Come osservano gli esperti di https://www.sportaza-login.it/, nel calcio moderno servono investimenti consistenti e mirati per costruire una squadra competitiva ad alti livelli, specialmente quando si punta a un rinnovamento immediato.

Un calendario che incalza e trattative che ristagnano

Raduno alle porte, rinforzi ancora lontani. Sebbene il calciomercato estivo sia ancora lungo, i tempi iniziano a stringere. Il raduno a Milanello è fissato per il 7 luglio, tra appena dodici giorni, con visite mediche e test atletici previsti già dal 4. Se la preparazione iniziasse domani, Allegri si troverebbe a lavorare con una rosa pressoché identica a quella della scorsa stagione, con l’aggiunta di Modric e qualche scontento come Maignan, il cui futuro rimane nebuloso.

Diverse trattative sembrano arenate: i tentativi per Xhaka del Leverkusen, Jashari del Bruges e Javi Guerra del Valencia ristagnano per la distanza tra domanda e offerta. Non si parla nemmeno di fuoriclasse affermati, ma di giocatori funzionali che il Milan fatica ad assicurarsi, segno di un budget con vincoli stringenti.

La strategia sui giovani solleva interrogativi

Il caso Camarda e la visione a breve termine. La decisione di cedere in prestito Francesco Camarda al Lecce, peraltro con diritto di riscatto (seppur con controriscatto), è emblematica della nuova direzione intrapresa. Un talento paragonato, per potenziale, a fenomeni come Lamine Yamal, viene mandato a fare esperienza in Salento sotto la guida di Di Francesco.

Una scelta che riflette la volontà di puntare sull’immediato piuttosto che sulla costruzione a lungo termine, perfettamente in linea con il profilo di Allegri, allenatore più incline a gestire campioni affermati che a sviluppare giovani promesse, diversamente da quanto accade nel Bologna che ha fatto della valorizzazione dei talenti una tradizione storica sin dai tempi di Bulgarelli.

Le aspettative generate dall’arrivo di Allegri

Un allenatore vincente richiede una squadra all’altezza. La nomina di Allegri ha inevitabilmente alzato l’asticella delle aspettative. Come Mourinho, il tecnico livornese eccelle nella gestione di gruppi di alto profilo e giocatori strutturati. Non sorprende che tra i suoi desideri figuri Rabiot, suo fedelissimo alla Juventus, per colmare il vuoto lasciato da Reijnders a centrocampo.

La partenza di Theo Hernandez ha inoltre creato una voragine sulla fascia sinistra che richiede un intervento immediato. Analogamente, la situazione sulla destra appare critica dopo il ritorno di Walker al Manchester City e l’imminente partenza di Emerson Royal.

Un crossroads decisivo per il futuro rossonero

Il rischio declassamento incombe. È difficile credere che la proprietà americana contempli un ridimensionamento del progetto. L’ingaggio di Allegri e la nomina di Igli Tare come direttore sportivo suggeriscono ambizioni elevate, non certo una strategia di contenimento dei costi.

Come accadde al Napoli con Conte lo scorso anno, quando Lukaku e McTominay arrivarono solo a fine agosto, il Milan potrebbe completare la rosa in extremis. Tuttavia, ritardare troppo gli acquisti significherebbe compromettere la preparazione e l’integrazione dei nuovi elementi.

Per ora, l’instant team rimane più una promessa che una realtà, mentre il rumore di fondo dei tifosi, sempre più preoccupati, inizia a farsi sentire distintamente.