Ponte del 2 Giugno: Anas in campo per garantire sicurezza e fluidità sulla rete stradale nazionale

A partire da luglio, la Commissione europea lancerà una nuova applicazione pensata per migliorare la protezione dei minori nel mondo digitale. Lo strumento, che anticipa l’identità digitale europea prevista per il 2026, permetterà di verificare in modo sicuro se un utente ha più di 18 anni, senza raccogliere dati sensibili o violare la privacy.

L’app sarà messa a disposizione degli Stati membri e potrà essere utilizzata dalle piattaforme online per controllare l’età degli utenti, offrendo una soluzione concreta e rispettosa della riservatezza per limitare l’accesso dei minori a contenuti non adatti.

“La protezione dei minori è una nostra priorità”, ha dichiarato Henna Virkkunen, vicepresidente della Commissione Ue per il digitale, al Financial Times. Virkkunen ha promesso un’intensificazione delle azioni contro le piattaforme che non garantiscono adeguati livelli di sicurezza per i più giovani, invitando al contempo le aziende tecnologiche a muoversi prima dell’intervento dei governi. “Sarebbe auspicabile – ha aggiunto – che le piattaforme progettassero ambienti digitali sicuri, con elevati standard di privacy e protezione”.

Il lancio dell’app arriva in un contesto europeo sempre più attento ai rischi del digitale per le nuove generazioni. In vista del Consiglio Ue telecomunicazioni del 6 giugno, Spagna, Francia e Grecia hanno presentato una proposta congiunta che ruota attorno a tre pilastri: verifica dell’età, design adeguato all’età degli utenti e una soglia comune per l’“età digitale” europea.

Nel documento firmato dai tre Paesi, si riconosce che la rete offre enormi opportunità, ma si mette in guardia contro i pericoli di ambienti online progettati per catturare l’attenzione e favorire comportamenti compulsivi, soprattutto nei più giovani. I ministri evidenziano l’aumento di disturbi come ansia, depressione e problemi di autostima tra i minori esposti a un uso eccessivo delle piattaforme digitali.

Nonostante i progressi normativi compiuti dall’Unione con strumenti come il GDPR e il Digital Services Act, i tre Stati chiedono di fare un passo ulteriore: rendere obbligatori sistemi integrati di verifica dell’età e parental control su tutti i dispositivi, definire una maggiore età digitale per l’accesso ai social, e fissare standard europei per un design che protegga i minori da tecniche manipolative come l’autoplay o i pop-up.

Parallelamente, la Commissione Ue ha avviato un progetto pilota sul “mini-wallet”, una versione semplificata dell’identità digitale europea pensata per consentire la verifica dell’età attraverso smartphone o dispositivi simili.

“Non si tratta solo di una scelta politica, ma di una responsabilità etica verso le nuove generazioni”, affermano i firmatari del documento. “Il digitale deve essere uno spazio sicuro, di crescita e creatività, non una minaccia al benessere dei più giovani”.