Due nuove sedi per festeggiare i 10 anni della Rete degli Empori Solidali di Case Zanardi

emporio solidale borgo reno ph Comune Bologna

Sono stati inaugurati, nell’anno in cui si festeggia il decimo compleanno dei primi Empori Solidali del progetto Case Zanardi del Comune di Bologna, i nuovi Empori di Borgo Panigale-Reno (via Enio Gnudi 1/G) e San Donato-San Vitale (via Scipione dal Ferro 19/A).

Nato dalla sinergia tra il Comune e le organizzazioni del terzo settore attive nell’ambito dell’inclusione sociale e del sostegno alimentare, il progetto Case Zanardi ha dimostrato di essere un prezioso luogo di supporto, incontro e scambio per le famiglie in difficoltà e per l’intera cittadinanza.

Gli Empori Solidali sono dei “market” che accolgono famiglie segnalate dal Servizio sociale territoriale, con una situazione di fragilità lavorativa, abitativa e sociale. Presso gli Empori le famiglie in difficoltà hanno la possibilità di fare la spesa a titolo gratuito e per 12 mesi, potendo scegliere tra prodotti alimentari freschi e a lunga conservazione, prodotti per l’infanzia, la cura della persona e l’igiene della casa. Inoltre possono anche partecipare a una serie di attività, gli Spazi delle opportunità, realizzate dal terzo settore e aperte all’intera cittadinanza, mirate ad accrescere le capacità relazionali, linguistiche e informatiche, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale.

Dalla nascita dei primi Empori a oggi, sono più di 3200 le famiglie in carico ai Servizi sociali che hanno beneficiato di questo progetto, oltre 10.500 persone in totale.

L’apertura dei due nuovi Empori nei Quartieri Borgo Panigale-Reno e San Donato-San Vitale rappresenta un importante traguardo per il rafforzamento e la diffusione territoriale della rete cittadina di Case Zanardi, nonché uno degli obiettivi fissati dall’Amministrazione per le linee di mandato 2021-2026, a sostegno di una “Bologna per il diritto alla salute e alla fragilità”, che prevedono l’apertura di una Casa Zanardi per ogni Quartiere.

Le due nuove sedi si affiancano infatti a quelle già consolidate nei Quartieri Santo Stefano (via Capo di Lucca 37), Savena (via Abba 28/C) e Navile (via della Beverara 129). A queste si aggiungerà l’Emporio del Quartiere Porto Saragozza, localizzato in via San Rocco 6, che sarà aperto una volta che verranno eseguiti i lavori di ripristino dei locali, già programmati.

Gli Empori appena inaugurati e quello di prossima apertura nascono da un innovativo percorso di coprogettazione, che ha visto la partecipazione dei Quartieri (Uffici reti e Servizio sociale), delle organizzazioni del terzo settore attive nei territori, del Centro Servizi per il volontariato e dei partner con i quali era già attiva una collaborazione sugli altri quartieri, con l’obiettivo di progettare insieme i nuovi market solidali, ma anche tutte le attività formative e laboratoriali mirate ad accrescere le competenze delle persone beneficiarie.

Le origini e il modello organizzativo
Nel 1914 il primo sindaco socialista di Bologna, Francesco Zanardi, il cosiddetto “sindaco del pane”, apriva i primi negozi comunali per la distribuzione, a prezzo di costo, di generi di prima necessità per la popolazione. Già nel 1919 gli spacci comunali di beni alimentari erano diventati 21, consentendo ai bolognesi di superare la Grande Guerra.

È proprio da quella esperienza che prende spunto il Progetto degli Empori Solidali – Case Zanardi, con l’obiettivo di sostenere le persone più fragili e promuoverne l’inclusione sociale, economica e lavorativa. Ma gli Empori nascono anche per promuovere il contrasto allo spreco alimentare, cercando di incentivare stili di vita solidali ed eco-sostenibili, secondo i principi stabiliti dalla Legge Gadda (L. 166/2016) per il contrasto agli sprechi alimentari e farmaceutici.

Il modello di governance scelto sin dalle origini per le Case Zanardi è quello della co-gestione tra ente locale e privato sociale, che permette di ottimizzare le risorse in termini organizzativi ed economici, oltre che favorire una relazione strutturata con i Servizi sociali territoriali nell’invio e nella gestione delle famiglie assistite.

Il Comune di Bologna mette infatti a disposizione gratuitamente tutti i locali delle Case Zanardi e sostiene anche i costi per le utenze. Un’equipe costituita da personale dipendente del Comune coordina l’accesso delle famiglie agli Empori Solidali, gli approvvigionamenti di beni, mantiene le relazioni con i partner esterni e le reti sul territorio distrettuale e regionale e promuove le attività degli Spazi delle opportunità. Le associazioni partner si occupano di acquisire e formare i volontari, contribuiscono alla gestione ordinaria degli Empori e all’acquisto di beni e organizzano le attività laboratoriali e formative per i cittadini.

Le reti di collaborazione
Gli Empori Solidali – Case Zanardi aderiscono a diverse reti per il sostegno alimentare, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e contrastare lo spreco. In particolare:

la Rete per l’assistenza alimentare “Case Zanardi”, costituita insieme a Cucine Popolari, Antoniano, Banco di Solidarietà, per promuovere lo scambio di prodotti alimentari in eccedenza o prossimi alla scadenza e organizzare raccolte alimentari e iniziative congiunte
a Rete Empori Solidali Emilia-Romagna, che vede l’adesione dei 27 Empori presenti in tutto il territorio regionale
il Tavolo metropolitano per il contrasto alla povertà alimentare e lotta allo spreco e il progetto “Un piatto per tutti” del Fondo Sociale di Comunità metropolitano, nato per rispondere ai bisogni economici e sociali delle persone emersi con l’emergenza covid.
Collegato agli Empori Solidali è anche il progetto “Case Zanardi frutta e verdura”, finanziato attraverso il fondo FEAD della Comunità Europea, che distribuisce a enti benefici o a soggetti pubblici prodotti ortofrutticoli di qualità, in eccedenza.

A oggi le principali fonti di approvvigionamento degli Empori Solidali sono la Fondazione Banco Alimentare (35%), le campagne di raccolta presso la Grande distribuzione (20%), le donazioni di aziende dell’area metropolitana, anche nell’ambito del progetto Un piatto per tutti (25%), gli acquisti convenzionati (15%) e gli scambi di beni con reti locali e regionali (5%).